Festa di San Biagio a Maratea | il racconto
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La grande Festa di San Biagio
San Biagio è ricordato dalla Chiesa il giorno natale, cioè il 3 febbraio, quando fu decapitato, ma a Maratea la festa patronale si celebra nella seconda seconda settimana di maggio e culmina la seconda domenica di maggio con un cerimoniale stabilito da un protocollo vecchio di secoli.
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La seconda settimana di maggio Maratea festeggia il santo protettore: San Biagio.
In realtà il calendario liturgico prevede che la memoria del vescovo armeno (IV sec.) ricorra il 3 febbraio, ma a maggio si fa risalire l'arrivo delle sue reliquie all'isola di Santo Janni, trasportate dall'Oriente nell'VIII sec. in pieno conflitto iconoclastico.
La festa si svolge intorno a due punti focali: la località Capocasale (l'antica Maratea inferiore), che ospita la chiesa principale di Santa Maria Maggiore, e la località Castello (Maratea superiore).
Qui nel santuario di San Biagio si conservano di solito la statua del Santo e le reliquie, che invece durante questa settimana sono portati in processione per le strade del paese.
In realtà il calendario liturgico prevede che la memoria del vescovo armeno (IV sec.) ricorra il 3 febbraio, ma a maggio si fa risalire l'arrivo delle sue reliquie all'isola di Santo Janni, trasportate dall'Oriente nell'VIII sec. in pieno conflitto iconoclastico.
La festa si svolge intorno a due punti focali: la località Capocasale (l'antica Maratea inferiore), che ospita la chiesa principale di Santa Maria Maggiore, e la località Castello (Maratea superiore).
Qui nel santuario di San Biagio si conservano di solito la statua del Santo e le reliquie, che invece durante questa settimana sono portati in processione per le strade del paese.
In particolare, il giovedì si parte dal Castello alla volta del centro storico.
La statua, portata a turno sulle spalle dai membri di una congregazione dedicata a San Biagio, lungo il percorso è interamente coperta di un mantello rosso porpora, colore del martirio e della dignità vescovile.
Si tratta, però, del retaggio di un dissidio avvenuto nel 1871 tra il parroco di Maratea superiore, da sempre custode delle reliquie del Santo, e quello di Maratea inferiore, guida di una comunità all'epoca in continua crescita, che aveva anche prodotto la prima statua di San Biagio, di legno e d'argento.
La cerimonia, dunque, non si svolgeva in modo solenne: le reliquie, e poi la statua, di San Biagio venivano accompagnate dal parroco del Castello senza cotta.
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Questo rituale si ripete ancora oggi, nonostante i marateoti seguano ugualmente questo cammino con fede e partecipazione.
Il mantello viene poi sfilato all'arrivo a destinazione con religiosa delicatezza da un membro della congregazione.
La processione ripercorre un sentiero che gli antichi abitanti di Maratea utilizzavano per raggiungere la costa: si snoda, attraverso bassa macchia mediterranea, lungo il pendio del Monte San Biagio, da cui è possibile godere di panorami mozzafiato.
Durante il percorso è possibile incontrare fedeli che recitano una antico rosario, appositamente composto, ripetendo a cori alterni per cinquanta volte lo stesso ritornello, o altri che camminano scalzi per una grazia richiesta o ricevuta.
A Capocasale il Santo, dopo essere stato svestito del mantello, riceve dal sindaco di Maratea le chiavi della città.
La cerimonia si conclude nella Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Il sabato è la volta della processione “per terra”: si attraversano le strade del paese e si benedice il mare dalla località Pietra del Sole.
La domenica si fa il cammino inverso rispetto a quello del giovedì: San Biagio torna alla sua dimora ordinaria.
Valentina Colavolpe
Valentina Colavolpe