Passio di S. Biagio


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LE INCONGRUENZE DELLE NARRAZIONI


In riferimento alla passio di S. Biagio il prof. Gérard Garitte nel 1955 ha dimostrato che gran parte di essa è una derivazione, se non proprio diretta da quella di S. Irenarco (altro martire di Sebaste), certamente da un testo simile. 

E, quasi non bastasse, la stessa Passio di Irenarco ha utilizzato una Passio delle Sette donne di Amisòs conosciute attraverso gli Atti di S. Teòdoto. 

Cosicché la « Passio » di S. Biagio risulta , in buona parte, una raccolta di notizie in cui sono evidenti le incongruenze. 


MIRACOLO DI SAN BIAGIO
MIRACOLO DELLA LISCA IN GOLA

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Le incongruenze non sfuggirono a Guarimpotus, un membro del clero napoletano vissuto a cavallo dei secoli IX-X, che nel presentare una sua traduzione o, meglio, una sua manipolazione latina della "Passio" di S. Biagio, ne dava un giudizio molto critico dicendola "absurdissima". 



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Elementi di realtà

D'altra parte è stato pure osservato che anche le narrazioni più assurde possono contenere qualche elemento che non è lecito trascurare: la topografia e le date
E nella  Passio  di Biagio si parla del lago, in modo determinato come a tutti noto ed è lo stesso di quello nominato nella « Passio » dei 40 martiri di Sebaste. 

Si indica il monte Argeo, situato a sud di Cesarea; si determina il luogo dove fu seppellito il Santo: sotto la pietra del martirio, entro le mura della città. 
E ancora si precisa il giorno della sua festa: il 3 febbraio. 
Tutti questi elementi ci assicurano dell'esistenza di S. Biagio e del suo culto a Sebaste che al tempo in cui fu scritta la « Passio » consisteva nell'invocare l'aiuto del Santo contro i mali di gola e in favore degli animali domestici, in ricordo sicuramente di un fatto miracoloso compiuto per sua intercessione. 

La narrazione ci dice anche che nel giorno festivo del Santo era consuetudine di scambiarsi tra parenti, amici e vicini di casa doni consistenti in cibi, soprattutto, in frutta, legumi ed altri cereali. 
 
Si può pensare  che proprio per dare una spiegazione ed una giustificazione di queste pratiche di pietà popolare e di queste tradizioni e costumi esistenti tra i fedeli di Sebaste e di Cappadocia l'agiografo ha narrato i sorprendenti fatti che leggiamo nella  Passio : il comportamento degli animali nella spelonca, la restituzione del maialino alla vedova, la successiva offerta al Santo della testa del porcello e della frutta, ecc..
Senza escludere che possa essere vero la liberazione del bambino dalla lisca di pesce. 

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