Martirio delle sette donne | San Biagio


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Le pie donne

Per completare l'opera, narrano gli Atti, Biagio venne rinchiuso in una corazza rovente e poi rigettato in carcere.

Fra la gente che assisteva alla tortura vi erano anche sette pie donne che avevano inzuppato panni e fazzoletti nel sangue rimasto sul patibolo, considerandolo un sangue santo. 

Poi si erano accodate al corteo che riconduceva Biagio in carcere, cercando di lenire le sue ferite con panni imbevuti di balsami. 

I pretoriani se ne accorsero e condussero le sette pie donne dal prefetto accusandole di essere cristiane. 

MIRACOLO DI SAN BIAGIO
MIRACOLO DELLA LISCA IN GOLA

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Agricolao, vedendo che appartenevano a nobili famiglie, tentò di blandirle perché desistessero dal loro comportamento contrario alla religione romana. 
Ma non ottenne se non una beffa: le sette donne gli promisero di adorare gli dei se egli avesse fatto condurre i simulacri in riva al lago Vlan. 
Quando i sacchi che contenevano le statue furono giunti sulla riva del lago, le sette terribili donne li gettarono nell'acqua. 
Vennero dapprima torturate nude sull'eculeo, poi scarnificate, abbrustolite su sedie arroventate, gettate nelle fiamme. 
Ma miracolosamente sopravvivevano per mostrare la potenza della loro fede. 
Infine, giunta l'ora della morte, vennero decapitate alla presenza di due giovinetti che erano stati battezzati e cresimati precedentemente da san Biagio. 

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il 3 febbraio 316

Uno di loro era figlio di una pia donna che disse: “Addio, figlioli carissimi, noi andiamo prima di voi, e voi verrete nel cielo dopo di noi, dove staremo sempre uniti per non separarci mai più”. 

La fantasia popolare trasformò le sette pie donne in sette sorelle di san Biagio morte, chissà perché, per il mal di gola nonostante il portentoso fratello. 

Anche per il vescovo di Sebaste era giunto l'ultimo atto. Dopo un terzo interrogatorio il prefetto ordinò che fosse gettato in uno stagno con un sasso legato al collo. Il sasso calò nell'acqua mentre il santo risaliva alla superficie e camminava sulle acque. 
E fra lo stupore dei presenti si udì la sua voce sfidare i pagani: “Se volete dimostrarmi che i vostri dei sono potenti entrate in questo stagno e camminerete pure voi sopra le onde”. 
Ottanta uomini accettarono la prova annegando. Allora un angelo del Signore, illuminandolo con una luce intensa dal cielo, gli disse: “Ora va' a ricevere la corona che Iddio ti ha preparato”. Così avvenne: san Biagio tornò a riva e il giorno seguente, di buon mattino, fu decapitato insieme con i due giovinetti. 

Era, secondo la tradizione, il 3 febbraio del 316, giorno che è diventato la sua festa liturgica.

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